SINOSSI 


1928, 81esimo parallelo, il Dirigibile ‘Italia’, guidato dal generale Umberto Nobile, precipita sul mare ghiacciato del Polo Nord: nove membri dell’equipaggio sopravvivono all’impatto, uno muore sul colpo. Gli altri sei restano intrappolati nell’involucro del dirigibile. Non saranno mai più ritrovati e nulla si sa ad oggi del loro destino. 

Una storia tragica e di coraggio, animata da un ancestrale antropologico desiderio di scoperta, il medesimo che spinge Paola Catapano, direttore della comunicazione audiovisiva del Cern di Ginevra, a mettersi sulle tracce del relitto, mettere in piedi un equipaggio internazionale di scienziati, esploratori e divulgatori per rendere onore a un passato perduto e dare speranza a un futuro messo in serio rischio dalla scelleratezza del genere umano. 

90 anni dopo, arcipelago delle Svalbard, Nanuq, un veliero speciale, sostenibile e passivo, spinto dal vento dell’incondizionato amore per la conoscenza, per lo sviluppo e per la ricerca scientifica, attraversa tratti di mare deglaciati per la prima volta da decenni e ripercorre le tappe del viaggio del dirigibile Italia. 

Rivivendo il tempo e la memoria, i racconti di vita e di morte,  la spedizione ‘Polarquest’, guidata da Paola, porta avanti un’esplorazione scientifica focalizzata sui temi al centro del dibattito ambientale mondiale. Dall’Islanda alle Svalbard, passando per le coste Groenlandesi e i luoghi della memoria del Dirigibile ‘Italia’, su Nanuq si alternano le voci dei protagonisti a bordo a raccontare le ricerche condotte da ognuno di loro e le tappe dell’intrepida circumnavigazione di quest’arcipelago a Nord del Circolo Polare artico, uno dei luoghi meno ospitali del pianeta.

I membri dell’equipaggio, superando le difficoltà di un viaggio così estremo, sono i primi a raggiungere la latitudine record di 82°07’ Nord. Proprio li rilevano la presenza di microplastiche disciolte nelle acque artiche, risultato della decomposizione delle 300 tonnellate di plastica prodotta ogni anno dalla nostra economia dei consumi, e misurano per primi il flusso di raggi cosmici che ogni secondo investe la nostra terra, per capirne le anomalie legate alle particolarità del campo geomagnetico terrestre influenzato dai poli e il legame con il cambiamento climatico. 

A bordo di Nanuq però, non solo si ripercorre il Tempo e si ricalcano i segni della memoria, ma si tracciano nuove certezze sullo Spazio. Armati di droni dotati di camere termografiche e strumenti per sondare il vicino infrarosso, gli scienziati di ‘Polarquest’ mappano “in alta risoluzione” quelle che fino a poco tempo fa erano isole e coste vagamente e scarsamente fotografate da satellite. Con dei rilievi precisi in 3D riescono così a completare le carte geografiche sulle mappe di Google Earth e grazie al sonar 3D utilizzato per cercare eventuali relitti del Dirigibile ‘Italia’, completano le carte nautiche delle Svalbard con indicazioni di profondità inedite. 

In una tensione costante tra rievocazione di un passato infausto e una propensione alla ricerca di nuove vie per un futuro migliore, Nanuq porta a casa dei risultati scientifici straordinari, mai ottenuti fino a quel momento, dei passi avanti nella ricerca di soluzioni alle minacce che pesano sul futuro dell’umanità, ma come accade nel metodo scientifico, al processo di osservazione, ragionamento ed esperimento, talvolta può corrispondere un fallimento, una smentita…Questo rimane il cardine della scienza, del movimento, del progresso, della ricerca, della speranza: ritornare per andare avanti.

Nei mari più remoti custodi di uno dei mali più grandi del presente (microplastiche) e di uno dei più grandi disastri del passato, viene conservato e riservato il ricordo del relitto del Dirigibile ‘Italia’, in un viaggio animato dalla voglia e dalla necessità di conoscenza, commemorazione e scoperta in un presente pieno di incertezze e di “nostalgia” per qualcosa che non c’è più, che potrebbe essere stato e un futuro che potrebbe non essere mai.



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